Uno studio aggiornato conferma che gli imballaggi flessibili hanno un ruolo fondamentale nella prevenzione degli sprechi negli imballaggi e nel mitigare il riscaldamento globale EAFA ifeu study update 2020 Febbraio 2020 Uno studio recentemente aggiornato e ampliato da parte dell’Istituto per l'Energia e la Ricerca Ambientale (ifeu), commissionato da Flexible Packaging Europe (FPE), ha ribadito gli esiti dello studio originario, mostrando chiaramente come gli imballaggi flessibili siano una strada più efficace verso l’efficienza delle risorse e la riduzione dell’impronta di carbonio rispetto all’uso di forme di imballaggio rigide o rispetto al riciclaggio come misura sulla quale concentrarsi totalmente. Lo studio parte da uno scenario nel quale tutti gli imballaggi non flessibili (vale a dire gli imballaggi rigidi) per i beni di largo consumo confezionati (FMCG) vengono sostituiti con imballaggi flessibili ogniqualvolta ciò sia possibile. Poiché le bibite gassate non possono essere confezionate in questo modo, ai fini dello studio la sostituzione teorica ha escluso tutte le bevande (come approccio conservativo). Lo studio ha dimostrato che, sostituendo tutti gli imballaggi rigidi sui FMCG che non siano bevande, a livello dell’UE la quantità di rifiuti di imballaggio primario si potrebbe ridurre di 21 milioni di tonnellate annue, una cifra pari a una riduzione del 70% della quantità totale di imballaggio primario dei FMCG che non siano bevande, in ambito UE, mettendo in evidenza l’enorme potenziale degli imballaggi flessibili nella prevenzione dei rifiuti di imballaggio. Ancor più marcate sono le conseguenze sull’ambiente. Servendosi di un approccio con analisi del ciclo di vita (life cycle assessment, LCA), lo studio mostra come una tale sostituzione teorica farebbe diminuire del 33% il potenziale di riscaldamento globale (Global Warming Potential, GWP) di tutti gli imballaggi primari dei i FMCG non-bevande, persino partendo dall’ipotesi, ai fini della dimostrazione, che non abbiano luogo processi di riciclaggio di materiali per gli imballaggi flessibili. Lo scenario opposto – la sostituzione nell’UE di tutti gli imballaggi flessibili utilizzati per i FMCG non-bevande con forme di imballaggio rigido – farebbe aumentare il GWP degli imballaggi primari, secondo quanto dimostrato dallo studio, a circa il 30%. Questo, nonostante gli attuali tassi di riciclaggio degli imballaggi rigidi siano molto più alti. Infatti, anche se il tasso di riciclaggio degli imballaggi rigidi aumentasse al 100%, questa sostituzione teorica comporterebbe comunque un GWP del 14% in più, sempre secondo lo studio. Oltre al GWP, con l’approccio mediante LCA sono stati valutati anche l’impatto ambientale dell’impoverimento abiotico, che si riferisce all’uso di risorse non rinnovabili, e l’uso di acqua. Lo studio mostra risultati molto simili nello stesso ordine di grandezza per tutte e tre le categorie di impatto. Gli autori del resoconto concludono che, per gli imballaggi, l’attenzione dovrebbe essere focalizzata non sulla sola riciclabilità ma anche e soprattutto sulla prevenzione. Questo obiettivo può essere ottenuto mediante l’uso di imballaggi flessibili, che porterebbe non solo a meno rifiuti di imballaggio primario, come gli autori affermano, ma anche a un’impronta di carbonio più bassa e a un minore utilizzo di risorse. Al contrario, puntare soltanto sulla riciclabilità e sul raggiungimento di obiettivi di riciclaggio potrebbe portare a sostituire soluzioni di imballaggio flessibile con imballaggi rigidi più facili da riciclare. Questo approccio sarebbe chiaramente controproducente per il cambiamento climatico e l’efficienza delle risorse, oltre ad andare contro l’obiettivo sancito dalla Direttiva europea sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio per prevenire la generazione di rifiuti di imballaggio. A commento dello studio, Jean-Paul Duquet (Direttore Sostenibilità FPE) ha detto: “La prevenzione è in cima alla gerarchia dei rifiuti stabilita dalla direttiva quadro sui rifiuti della Commissione Europea, e viene prima di altri approcci qual il riuso, il riciclaggio e il recupero energetico. La priorità assegnata alla prevenzione, prima che al riciclaggio, è moto rilevante per gli imballaggi, come questo studio dimostra. Gli imballaggi flessibili soddisfano alla perfezione questo requisito di prevenzione e si dimostrano una parte preponderante della soluzione alle attuali sfide che il settore degli imballaggi e l’ambiente si trovano a dover affrontare. Per non parlare degli importanti sforzi che si stanno compiendo per raggiungere prestazioni elevate in termini di riciclabilità e per rendere gli imballaggi flessibili ancor più efficienti in termini di risorse.”